Ruminazione scritto in italiano (e scritto pure male)
Non so che devo rispondere, anzi a che pensare. Professando che non desideri a rivedere nessuno a parte me mi sembra poco ingenuoso, soprattutto quando mi dici che stai male ed è probabile che ritorni alla tua paese di nascita per sempre; non ci sono gli altri qui a Roma chi ti vogliono bene? Certamente mi sto chiedendo perché continui a scrivermi – mi pare normale visto che ti avevo chiesto in mille mode a non contattarmi mai più. Se vuoi un’amica ci stanno una cifra delle tue altre ex-ragazze con cui puoi felicemente scambiare due parole. Perché proprio io? Lasciando i discorsi dilettantistici psicologici a parte, è proprio questa testardacia indifferenza verso la mia richiesta che non ho mai capito. A dire che “semplicemente sotto sotto c’è ancora dell’amore” ci credo poco, uno perché se c’era veramente sotto questo detto “amore” sarà pure un po’ di rispetto, almeno abbastanza a rispettare i desideri di una che hai mollato. E per due, come non credo in nessun Dio, io non credo più nell’ “amore”. “Amore” o almeno la mia idea di che cosa dev’ essere, è una favola che non esiste, ed io ho già imparato che a credere nelle favole è veramente da schema.
Quindi non so a che pensare di questo messaggio drammatico (che, devo ammettere, è normale nel grande scopo della nostra storia). Soffri di qualche malattia terminale e vuoi qualche perdono da quelli che hai fatto di male? Oppure hai l’influenza e ti senti un po’ giù pensando del grande spostamento che farai è vuoi chiudere il capitolo ‘Roma’ con un fine un po’ felice? Oppure a lasciare una porta aperta su questo capitolo? Una sveltina di “addio Roma”? Che rimane a dirci? Perché devi riorganizzarti prima del rientro a Roma? Se ti né vai alla tua paese di nascita, che c’entro io? Questo messaggio ambiguo mi fa scattare tutte queste domande e pensieri disordinati.
Devo sputarti le parole velenose, stare zitta e ignorarti, oppure devo mostrare pietà e compassione? Non so come mi né devo comportare, che pensare, che dire. Ti ho già detto che ci devo pensare, ma non so che devo e che voglio fare.
Non lo so proprio.
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